Alessandro Lanzetta
Finalmente stiamo uscendo dal terrore della pandemia da Covid 19! Ne è prova il surreale dibattito mediatico sull’AffaireMaialisa, la scandalosa porchetta di marmo opera di Amedeo Longo, intitolata Dal panino si va in piazza. Infatti, in vista di elezioni quasi inutili e quindi praticamente ignorate, un attacco di follia acuta sta investendo politici, intellettuali e gente comune che ammazza il tempo dividendosi accanitamente su un povero, innocente e croccante suino di pietra, posto in una delle piazze più sputtanate di quel distretto della movida coatta che è diventato Trastevere.
Siamo praticamente invasi della nostra stessa merda, dispersa a macerare per terra, con i trasporti pubblici in fiamme, le strade e i marciapiedi bombardati, i servizi sociali in tilt, la disoccupazione prossima a esplodere, la socialità devastata, gli spazi pubblici desertificati,e si parla di porchette di marmo!
Del resto, assistiamo a un dibattito politico che langue tra emergenze sanitarie e super premier paracadutati dall’alto, con pseudosinistre assenti e afone che giocano nei quartieri chic al massacro delle primarie, mentre la destra populista consolida la sua egemonia culturale nelle enormi periferie, dove, per fortuna, si mangiano innocentemente panini rigonfi di fumante porchetta.
Sarebbe interessante chiedere agli illustri esponenti delle associazioni di tutela, ai vari “intellettuali di sinistra”, anche accademici, indignati per lo«scempio cultural-paesaggistico», di cosa stanno parlando, dal momento che da sempre il centro accoglie statue allegoriche di scrofe, botti, libri, pigne etc. Inoltre, ci si domanda dove mai saranno domiciliati i «300.000 romani vegani e vegetariani» di cui comicamente parla la LAV, offesi nella loro «sensibilità più profonda» e scossi da questo «insulto al valore della vita degli animali, al loro sacrificio forzato in nome di una preferenza alimentare solo egoistica»?
Questiraffinati haters dei suini arrosto hanno idea che a Roma «se magna pesante»? Che la città è famosa per i popolarissimi piatti carnivori, come la Trippa al sugo, i Rigatoni alla Pajata, i Bucatini all’amatriciana? Sono proprio sicuri che esistano 300.000 fighetti, più o meno la popolazione di Trieste, pronti a rinunciare a una bollente pagnottella rigonfia di succoso e croccante porco?
Il vero rischio, purtroppo, è che questo numero diventi quello degli elettori disposti a votare candidati di sinistra saporiti come il sushi.