Massimo Ilardi

E’ irritante il fatto che stampa e televisione seguitino a confondere o a omologare democrazia e libertà fino ad arrivare a scrivere come fa Carlo Verdelli sul Corriere della Sera del 3 settembre: “Il coronavirus si passa per contagio e la libertà di contagiare non è un diritto, fine della diatriba.” Ma non è un diritto neanche costringere le persone a curarsi come vuole la maggioranza, fine della idiozia. Quando mi sono vaccinato è stata una mia libera scelta, mia soltanto, che riguardava la mia salute e non quella di Verdelli o del mondo intero. Non esiste una libertà sociale, la libertà è individuale si basa sulla possibilità di scegliere e riguarda solo chi sceglie, l’individuo che sceglie, e non la società, il bene comune, la giustizia o il dovere. E’ libertà senza aggettivi punto e basta. La responsabilità sulla salute altrui, invocata da Verdelli, fa parte invece di un discorso sulla democrazia e sui suoi strumenti di governo della società. E’ corretto in questi casi citare la Costituzione, come fa Alessandra Algostino su il manifesto del 12 settembre, là dove scrive che “quando ricorrono interesse dell’individuo e interesse della collettività, il legislatore stabilisca l’obbligatorietà di un trattamento sanitario” con l’adempimento, seguita Algostino, dei doveri inderogabili di solidarietà e con la visione di una persona che non è una monade isolata ma inserita in una comunità. Giusta la sua osservazione, ma poi la stessa Algostino ci dovrebbe esporre in base a quale miracolo sia possibile in una società come la nostra fondata sul consumo, sull’individualismo, sulla concorrenza e sul profitto costruire all’improvviso una comunità e sprigionare sentimenti di solidarietà. E’ una bella scommessa riuscire a spiegarlo se si aggiunge anche il fatto che sono proprio quelli che questo tipo di società dirigono e governano a essere più irritati e più delusi per queste mancanze. Ipocrisia allo stato puro come lo è quella di chi sostiene, come Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera del 18 settembre, che non c’è differenze tra No vax e No green con l’unico scopo di difendere un governo che non ha né la forza né la capacità di rendere obbligatorio il vaccino. Questa obbligatorietà rappresenterebbe invece una vera e propria decisione politica, l’unica legittimata ad attuarla. Si preferisce invece adottare il green pass, una alternativa odiosa perché sostenuta da argomenti morali e da fini etici che facevano parte del bagaglio e del mondo delle maestrine dalla penna rossa, quelle raccontate più di cento anni fa dalla penna di Edmondo De Amicis.