Massimo Ilardi
C’è un bellissimo libro che andrebbe letto in questi tempi superficiali e frettolosi, mi riferisco a “Bartleby lo scrivano“ di Herman Melville. Bartleby riduce tutto il suo parlare a un unico ritornello con una sola frase che lo rende inespugnabile a qualsiasi invito: ”I would prefer no to” che tradotta
un po’ liberamente vuol dire “preferirei dire di no”. Non mi è qui permesso entrare nelle diverse interpretazioni che sono state fatte dalla critica letteraria rispetto a questo atteggiamento. Ne scelgo una perché mi sembra la più credibile: il suo rifiuto è determinato dalla impossibilità di capire gli altri e di trovare con loro un accordo. Conclusione agghiacciante per uno come Walter Veltroni, profeta del politicamente corretto e principe azzurro dei buoni sentimenti, che sul ‘Corriere della Sera’ dell’11 novembre titola il suo articolo “Un paese che dice no a tutto”: no vax, no green pass, no tav, no euro, no immigrati, no comunisti, no post comunisti, no Berlusconi, no PD, no Salvini, no voto. Lui, che, come sindaco di Roma e uomo delle istituzioni, ha fatto sempre dell’universalismo un vero e proprio sistema di governo vorrebbe ben altro: una comune visione del futuro della società italiana, una comunanza dei valori di riferimento, una convergenza sulle regole del gioco, un futuro nitido nel quale riconoscersi tutti. Poi magari si può pure litigare sui programmi, intanto, come si sa, contano poco! Solo così, ammonisce, si può mettere fine a questi “No impauriti, carichi di odio, in fondo conservatori.” Mai che gli venisse in mente il dubbio che il No è una delle risposte imprescindibili di chi ha deciso di mettere al centro della sua vita la libertà.
La libertà appunto di dire di no. Mai che lo sfiorasse lo scrupolo di riflettere su chi ha effettivamente paura: colui che si rintana continuamente nel ventre caldo e protettivo delle istituzioni dicendo continuamente di Si alle loro scelte e alle loro decisioni o colui che, a torto o a ragione, scende in strada per sfidare regole e decreti prodotti dalle stesse istituzioni e che a suo parere ledono la sua libertà?