Massimo Canevacci

“Eu não conheço nada, desculpa! Me ajude.”

Queste sono le parole di Mario Frias che rivolge ai giornalisti il 20 maggio 2021.  Sta di fronte al padiglione brasiliano della Biennale di Venezia  che sta per essere inaugurato e che darà il leone d’oro all’architetta italo-brasiliana  Lina Bo Bardi. Il giornalista  Julinho Bittencourt  di Forum trascrive la risposta di un collega: “E’ l’architetta che ha costruito il MASP, il SESC-Pompeia e tante altre opere”.

Mario Frias non è una persona qualunque né un turista per caso: è ministro … scusate, è il segretario speciale della cultura nel governo Bolsonaro. L’attuale presidente  ha eliminato il Ministero della Cultura in Brasile, oltre ad aver tagliato del 70% i fondi all’Università e rifiutato due anni fa l’offerta della Pfizer per scegliere la clorochina come medicina per tutti, regalato l’Amazzonia a garimperiros e fazendeiros.

Mario Frias ha viaggiato in aereo, fatto due tamponi, confessa che mai avrebbe pensato di andare a  Venezia, giura che visiterà “tante chiese che in questa città devono essere ben antiche”, ma non sa chi sia questa Lina Bo Bardi né ha avuto tempo di informarsi. È un segretario speciale. E così risponde: “E’ bacana (forte, fico)…Penso che sia fantastico quando abbiamo un brasiliano (un!) che trasborda  in questo gruppo di artisti importanti”. Poi, parlando con la Folha de S.Paulo,  difende il controllo sui social network che non sarebbe censura.

Quello che emerge è un Brasile profondo che ha trovato in Bolsonaro e Frias la sua espressione politica e ancor culturale. Unico paese al mondo che venera e legge e diffonde l’opera di Allan Kardec, lo spiritista dei defunti che sotterra i vivi.

Mario Frias è sintomo perfetto  di un governo basato su forze ultra-reazionarie: le irresistibili chiese evangeliche, il partito ruralista, il capitale finanziario super-trumpista  che ha nell’architettura a piramide  della FIESP sulla Avendida Paulista a São Paulo espressione di tale potere. E quasi di fronte si innalza il magnifico MASP –  proprio di Lina! –   simbolo di ogni opposizione. Infine i militari, che occupano sempre più i posti di governo. Purtroppo Bolsonaro non ha una cattiva gestione: è la  digestione “virile” dei pregiudizi di una classe media nazionalista e di  strati popolari seguaci o subalterni alle chiese evangeliche. E allora ha ragione Mario Frias: ma chi è questa Lina? E da quando i leoni sono d’oro?